giovedì 15 luglio 2010


LA DONNA CHE TRASFORMAVA GLI UOMINI IN GATTI

Credo di avere cominciato a capire quando il pomello della porta si è fatto sempre più distante e le parole di radio popolare hanno smesso di avere senso.

Erano due anni che stavamo insieme, ma ormai era troppo tardi.

Quando ero venuto a vivere con Lei c’era quel gatto nero vecchio e malandato e facevamo l’amore tutte le sere.

Facemmo sesso anche quel fine settimana in cui il Nero tirava gli ultimi affianco al termosifone.

Si era pisciato addosso ma ci guardava con grande dignità, schifato dal mondo, senza paura.

Deve essere cominciato quel giorno perché Lei dopo aver pianto calde lacrime sul corpo della bestiola mi aveva guardato in maniera diversa e io mi ero accoccolato ai Suoi piedi cercando per consolarla.

In quel anno, ci penso solo ora, le cose cambiarono.

Uscivo sempre meno e mai senza di Lei…brevi passeggiate.

Avevo smesso di cucinare e mangiavo solo quello che Lei mi metteva nel piatto.

La notte mi accucciavo sui Suoi piedi e dal cuore mi usciva un grugnito di piacere.

Passavo le giornate accoccolato sul divano aspettando il Suo ritorno, il calore del Suo corpo.

Tardavo a capire, fu solo quando il pomello della porta divenne così lontano che misi a fuoco la realtà.

Corsi allo specchio e per un breve istante vidi la mia immagine: uno splendido soriano grigio tigrato giovane e bello.

Fu solo un attimo di coscienza poi mi scagliai contro quello sconosciuto e sbattei… il figlio di una gatta stava dietro un vetro e mi guardava.

Ormai evito di dargli retta, è un provocatore, non guardo negli specchi e risolvo il problema…e La aspetto.

…ed ecco che il pomello gira e Lei entra bella e profumata, riempie la mia ciotola e mentre io mangio si siede sul divano e accende la tv.

So che sta guardando “un posto al sole” lo guardava sempre, e io guardo lei che mi dice “vieni qui tonto” e così mi accoccolo e un grugnito di felicità mi esce dal cuore mentre mi accarezza la collottola: anch’io ho il mio posto al sole.

E’ inverno e abbiamo freddo e ci scaldiamo l’un l’altro, lei mi tira le vibrisse e mi carezza dolcemente e io, che non so quasi niente, so che siamo felici.

“ti amo” le dico ma dalla mia gola dal mio stomaco esce solo uno struggente felice Meowfrr…

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