mercoledì 17 aprile 2019

Compagni di merende

Ieri ho incontrato Benji e il cugino del pagliano: curioso che non riesca a ricordarmene il nome dato che c'è stato un tempo in cui passavo più tempo con lui che con la mia ragazza brigando per i soldi e la droga.
Di Benji non posso dimenticarmi non fosse altro che è il fratello di Zanna che è morto nell'anno della sfiga 2017 e che le nostre vite da borderline si incrociano saltuariamente nel corso del tempo da quando lui non era che un ragazzino molto vivace che si ingozzava di eccitanti ai rave, prima del millennio.
Inoltro non posso dimenticare quella sera ai magazzini generali in cui, a fine serata, durante la solita rissa finale a porte chiuse che divertiva tanto i miei sedicenti seducenti amici lo vidi tirare un anfibiata sulla testa ad un tipo che era già steso a terra. Dio solo sa come quel tipo non sia su una sedia a rotelle o morto, anche se al momento non sono stato li a guardare cosa gli fosse successo. Cmq adesso che ci penso Benji non è il fratello di Zanna ma del Chu, zanna era fratello di Chamu'.
Questo la dice tutta sulle capacità di gestione della rabbia e del calcolo delle conseguenze del mio “amico” Benji” e sulla mia memoria malandata.
Cmq non era un caso che, come già sapevo dalla mia amata ex mogliettina, Benji era uscito dal carcere da pochi giorni per omicidio stradale.

Erano circa le sette di sera e io venivo verso Gratosoglio lungo via Meda e loro andavano sul marciapiede, i nostri sguardi si erano incrociati ed io ero passato oltre. Un bangla mi aveva chiamato con la sua insegna urlante “Ceres c'è” e avevo sbandato a sx.
Solo a quel punto avevo sentito il cugino del Paglio ( come cazzo si chiama?) dire “ ma è Pietro quello?”
almeno non mi chiamano Nutrio” ho pensato,
Non mi avevano riconosciuto tanto sono cambiato, dimagrito morto e rinato, allora mi sono fermato e abbiamo cominciato a scambiarci convenevoli da tossici: dalla mano sinistra di benji, dalla parte opposta della destra che mi stringeva la mano pendeva una 8.6. e come mi aveva porto la mano destra ora mi offriva il contenuto della sinistra.
L'avevo automaticamente afferrata ma era semivuota e gliela ho restituita senza berla, non certo per le malattie che avrei potuto contrarre ma per lo schifo che mi era salito all'idea di bere una birra ad alta gradazione calda e sgasata e condita con il suo sputo. Aveva un felpa nera con scritte rosse blu orripilante mentre raccontavo loro che ero stato in clinica psichiatrica poi in comunità e loro avevano registrato la cosa banalmente, ne avevano sentite e passate di tutti i colori: tre mesi di comunità erano proprio un cazzo per loro. Del resto da un certo punto di vista erano una cazzata pure per me.
Alla mia domanda sulla galera, la sua Benji era stato piuttosto reticente “ tutto bene” aveva risposto come se farsi quattro anni di gabbio per avere tolto la vita ad un'altra persona alla guida ubriaco di un furgone di proprietà di suo padre fosse un esperienza come un'altra e questo la dice lunga sulla gestione del senso di colpa del mio caro “amico” Benji
stavo giusto comprandomi una birra” ho detto senza pensarci troppo e sono entrato dal bangla senza troppo pensarci e ho comprato una tennents.
Perchè se è vero che sono cambiato è altrettanto vero che non ho smesso di bere.
Ogni sera quando arrivo in fondo alla giornata sobrio sento impellente il desiderio di bere di stordire i miei sensi sempre all'erta e ho ricominciato a bere.
Cmq loro stavano andando a cercare un cinese dove mangiare, Il cugino del paglio ( porco dio non mi ricordo come si chama, misteri della mente) aveva aperto una 8.6 e io volevo stappare la mia tennents.
Solo allora mi sono accorto che non ho più il cavatappi attaccato al portachiavi, l'ho staccato la mattina che mi sono rinchiuso in clinica, 100 kg di cristiano sull'orlo del baratro, e la bottiglia mi scottava nella mano, avevo paura che la gente mi vedesse, di potere incontrare qualcuno, il cugino del Pasglio mi ha guardato incuriosito mentre mettevo la birra nello zaino: è sempre stato un tipo sveglio, se solo mi fossi ricordato come si chiamava, avrei intavolato una conversazione con lui e non con tutti e due. Invece erano loro che conversavano mentre io li seguivo arrancando come uno zoppo chiedendo se sapevano qualcosa di Stefanino, ma non ne sapevano niente: è così fra i tossici, se non ci si incontra nei luoghi di spaccio o non si è compagni di merende “intimi” non se ne sa nulla di niente e di nessuno, a meno che qualcuno non muoia allora se ne ricordano tutti e giù melodrammi.
Alla terza volta che avevo chiesto di Ste Benji mi aveva apostrofato
ma che cazzo, ti sei innamorato di quel coglione del Gonzo? E chi chi se ne frega”
lo avevo già annoiato....ho continuato a camminare aaccanto a loro ascoltando i loro discorsi
che vertevano sulla figa, delle fige specifiche : la Franca, la Greta e sa il cazzo chi altro.
Il cugino del paglio, non sapevo chiamarlo, rivolgergli la parola da solo a solo perchè non mi veniva il suo nome.
Era un lapsus freudiano: perchè lui non era come Benji un animale da strada ma uno un po' più sensibile, e a volte nei nostri deliri avevamo parlato anche di cose profonde e di arte, come solo in stato alterto si può fare.
Mi ero sentito in dovere di continuare a raccontare la mia esperienza in campo di rieducazione e Benji era rimasto interessato dalla comunità dove ero stato “ mi hanno detto che è la meglio, è vero? Dopo due tre mesi ti danno anche il cellulare”
se essere rinchiusi è bello si, allora credo che la galera sia peggio, magari riesci anche a scopare”
visto?” aveva detto Benji a.....?” come cazzo si chiamava?
sono tutti cocainomani cmq, sti ragazzini che c'erano” ho detto io
beh del resto”
beh, sai che c'è, adesso secondo me sono cambiati i tempi, ai nostri tempi le leggi e la percezione delle droghe era diverso” ho provato a spiegare quello su cui avevo riflettuto per tre mesi, tra le tante cose.
I pensieri mi si affollavano nella mente ma era impossibile spiegarmi, nel caos di via Meda, nel rumore di fondo di questa città che rende tutto confuso, troppe parole e così poca capacità di sintesi specie in questo caos che mi da il panico da che mi ricordo, da quando ho cominciato a ragionare con la mia testolina bacata.
siamo borderline,” aveva detto Mister x ( come cazzo si chiama?)
anche a a me mi hanno catalogato così”
sai che c'è? noi la linea di confine su cui ci dicono che camminiamo da tempo ce la siamo pippata subito” aveva tagliato corto Banji e questo la dice lunga sulla capacità di gestione del pensiero filosofico del sopradetto Benji.
minchia come sei invecchiato” mi aveva detto “ per cambiare argomento
come invecchiato? Ma se sei mesi fa sembrava che avevo vent'anni di più?
no, parlo dei capelli sono diventati molto più bianchi”
ah, i pensieri sono stati” non ci credevo nenanche un po' e questo la dice lunga sulla percezione che ho io delle apparenze di me stesso.
Li avevo accompagnati fino all'angolo di via Tibaldi e ormai non mi cagavano quasi più: stavano cercando un cinese dove mangiare e parlavano di che direzione prendere, normali discorsi umani, anche i tossici mangiano, solo ho pensato che avessero soldi in tasca e probabilmente avevano anche della droga nell'altra ma non ho voluto approfondire
beh ragazzi io vado a casa, se no mi perdo l'eredità”
che eredità?” era stato l'ultimo lampo di attenzione: soldi gratis o a scrocco
la trasmissione di rai uno”
ah si.... minchia Pietro che uomo serio” mi aveva detto il ??? ( cristo come cazzo si chiama)
sai com'è a momenti non ci lascio le penne con quella roba “ avevo detto sogghignando e indicando la 8.6 nella sua mano e tra noi due per un attimo c'era stata un po' della vecchia complicità, quella tra persone sensibili in un mondo anestetizzato.
Benji era escluso da quel saluto, era già avanti e mi aveva salutato con un cenno da dietro le spalle io e lui ci eravamo stretti la mano
beh ci si vede in giro”
mentro lo dicevo sapevo che non era vero, che chissà se li avrei rivisti prima di morire ancora una volta per caso come solo fra tossici, senza chiamare, senza cercare, solo spinti come cani sugli stessi odori che ora mnon mi attiravano più
Ero tornato verso Gratosoglio, e avevo telefonato a Silvia, la ragazza che dice di amarmi e che io sto cercando di amare. Due persone con le loro storie complicate e diverse in una città indifferente collegate dal filo invisibile delle nuove tecnologie, le avevo raccontato tutto.
hai comprato la birra?”
come potevo spiegare quello che provavo se non attraverso il mio corpo?
dai che domani ci vediamo”
Tornando mi ero fermato ad un altro Bangla a comprare un altra ceres, ho sempre l'idea da alcoolizzato e tossico che la bummba non sia mai sufficiente.
Sono tornato a casa e mi sono bevuto la ceres mentre mi cucinavo tonno coi fagioli.
Non avevo indovinato la parola, e mi ero ingozzato come un maiale e poi, dopo il telegiornale, mi ero aperto la birra e mi ero messo sul divano.
Avevo sonno e striscia la giustizia stava giustiziando qualcuno, sul cellulare mi scambiavo frasi con Silvia, e avrei dovuto incorniciare alcuni quadri x una mostra.
Mi ero svegliato verso le dieci e mezza e la birra era li intatta sul tavolino, sul cellulare Silvia mi diceva, “ti sei addormentato sul divano?”
si” le avevo risposto ma adesso era lei ad essersi addormentata, o stava coccolando suo figlio.
Ho pensato che anche benji aveva un figlio e alla differente percezione che avevano di essere genitori Silvia e benji.
Avevo preso la birra fatto un sorso, sapeva di sconfitta e di niente: Ero andato in cucina e l'avevo svuotata nel rubinetto, un gesto che sei mesi fa non avrei mai fatto neanche sotto tortura.
Ero tornato di là e davano un bel film. Il personale umano di Virzì.
Un tempo sarei stato sveglio a guardarlo bevendo wodka e addormentandomi sul divano tutta notte con la tv accesa, risvegliandomi stanco come prima, come sempre alle quattro, riniziando a bere birra o wodka fino all'alba.
Invece avevo postato la canzone “ i wanna be your dog” a Silvia e scritto “buona notte”
ed ero andato a dormire nel letto dicendomi che si, sono sempre lo stesso ma un po sono anche cambiato. Continuavo a pensare alle loro mani, lercie, come per anni avevo avuto anche io, con cui mi iniettavo nelle vene eroina e cocaina fregandomene delle malattie e confidando nell'unico dio in cui mi sia dato di credere: la scienza statistica e pensando che domani sarebbe stata una bella giornata perchè l'avrei vista il mio amore quasi impossibile. Ma adesso lei non mi sta chiamando. E non verrà ma io non credo che affogherò i miei problemi nell'alcool.
C'est la vie.

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