Primo giorno
La mia pseudo mogliettina mi aveva
lasciato da circa sei mesi quando la ex mogliettina del tipo con cui
lei si era messa mi aveva chiamato x sedurmi e attuare una vendetta
incrociata verso i nostri odiati ex pseudo maritini...tutto chiaro?.
Ma non era andata come aveva previsto
ne come avevo previsto io: non deve essergli piaciuto il mio odore
perchè dopo un paio di incontri inconcludenti e un paio di bacetti
senza lingua mi aveva scaricato una notte nelle grinfie di una sua
conoscente con bellissimi lunghi capelli rossi, gli occhi
ipertiroidei e un corpo da quarantenne non troppo apprezzabile ma
neanche orrendo.
A lei il mio odore era piaciuto anche
troppo e la notte stessa in cui quell'altra mi aveva abbandonato
insieme a lei di fronte a casa sua in via Standhal eravamo finiti a
letto; e per me era iniziata una nuova storiella d'amore sesso e
rock n roll.
Peccato che io fossi ancora troppo
innamorato della mia ex mogliettina e lei pazza come un cavallo in
generale: era ricca, figlia dei discendenti dei conti Troubelzkoy i
famosi conti russi ambasciatori in Italia sfuggiti alle persecuzioni
dei bolsevichi ai tempi della rivoluzione. Faceva bellissime
fotografie e apprezzava le mie poesie ma nel contempo era disturbata
e disturbante.
Quale era la sua fissa? : pensava che i
suoi vicini la spiassero.
Viveva in questo splendido loft in via
Standhal con una grande vetrata che affacciava sul cortile interno
dello stabile e a tende aperte girava nuda rimuginando sui suoi
vicini che la spiavano e la odiavano, boicottavano. Forse, mi venne
da pensare, aveva avuto una storia col marito di quella coppia con
figli di estrazione borghese, comunque, stava sempre la col culo al
vento, la pancia cascante e quel cespuglio di venere rosso come i
capelli a mangiare formaggini con l'aneto aspettando che qualcuno
fuori la vedesse.
Però scopavamo spesso e non era
neanche poi così male.
A volte.
Ma era troppo presto, per una nuova
relazione e per di più io mi facevo di eroina come un coglione:
la mia vita era divisa tra il mondo di
queste persone ricche e disagiate e quello delle tarantelle per
procurarmi la droga e il lavoro al call center
Bugie, soldi, andare a comprare la
droga con i miei compagni di merende
sempre con in testa la mia ex pseudo
mogliettina e la speranza che venisse a salvarmi.
A quel tempo il mio alter ego era
ancora Tony Miami e fumavo ancora stagnole di eroina; andavamo ad
acquistare insieme io e Yacopo Ortles il mio compagno di merende
preferito.
Andavamo da Rudi, il Diabolik dello
spaccio, laggiù, nelle strade di campagna dietro il Fiordaliso a sud
di Milano, a sud di tutto.
Tu chiamavi e dicevi la quantità di
roba e coca e le buste in cui suddividerle e poi andavi in macchina e
lui di nero vestito sgusciava fuori da una roggia con le buste
pronte.
E Via... andavamo a casa di Gio' il
poeta pazzo e pesavamo tutto e verificavamo che non ci avesse
truffato. Non ha mai sgarrato di uno zero uno, guadagnava di più sul
fatto che saremmo tornati.
Per sempre, di solito eravamo sempre
ya, gio Ivan ed io e poi c'era sempre qualche biru biru di giornata
qualche amico di un amico che non aveva trovato il suo negro e lo
fregavamo sempre.
Cucinavamo la coca e fumavamo eroina e
ricordo che non bastava mai e finiva sempre troppo presto.
La casa di giò era la tipica casa da
tossico dove il caos era ormai arrivato ad un livello troppo alto per
potervi rimediare e, tra mucchi di vestiti e padelle sporche e
stagnole ci aggiravamo come topi cercando le tre cose che ci
servivano:
stagnola accendino bottiglietta per il
crack.
Sarebbe venuto anche il momento, più
avanti, che mi sarei frugato le vene in quel disastro e che la mia
stessa casa sarà un identico caos.... ma questa è un altra storia
che ancora non mi sento di raccontare.
Litigavamo per due euro e gli accendini
sempre scarichi poi scappavo da quell'inferno accogliente e andavo a
casa o da la mia nuova fiamma: la contessa troubelzkoy.
Andavamo in vita, a scopare a bere a
litigare a fare fotografie.
A volte avevamo passato anche belle
serate baciandoci divertendoci, facendo arte di strada fotografie
facendo di noi stessi opere d'arte, scarabocchi di vita sulla tela di
Milano. Sembravamo anche poesie a volte ma dietro l'angolo c'era la
sua paranoia e la mia tossicodipendenza.
Le nostre infelicità croniche, Ed
erano litigi.
Quella sera dopo la sopradescritta
tarantella ero andato a casa sua e avevamo Scopato e lei aveva
iniziato con la solita tiritera per i suoi vicini ed era andato nuda
a mangiare in cucina il suo formaggio con le erbe e io mi ero rimesso
le mutande e stavamo li a ciondolare.
Saranno state le due di notte e lei,
non contenta aveva reiniziato a stuzzicarmi toccandomi e
sbaciucchiandomi ecc ecc mi aveva portato verso la doccia e mentre la
penetravo si era messa a gridare come un ossessa.
Nota bene il bagno confinava con la
casa dei vicini, quelli al centro della sua pazzia.
Io tutto fatto e arrapato sghignazzavo
mentalmente e per fare della malsana ironia le avevo soffiato
all'orecchio come un demone dispettoso
“ ci credo che poi i tuoi vicini
pensano male di te”
Non lo avessi mai fatto.
Mi aveva espulso dalla vagina come una
supposta dal culo e mi aveva guardato con i suoi occhi ipertiroidei
fuori dalle orbite e, facendo un urlo orribile aveva sbattuto la
porta della doccia con una violenza inaudita.
La porta dato che si era in casa di
ricchi era di vetro e di era frantumata.
Avevo guardato orripilato schegghe di
vetro lunghe una spanna cadere come una ghigliottina a un centimetro
dal mio cazzettino turgido e affamato.
Questione di centimetri e sarei stato
evirato alla grande. Lei si era lievemente ferita ai piedi e il
sangue colava nella doccia
sangue vetro e rabbia tutti insieme nel
gorgo dello scolo,
Devo averle dato un ceffone poi, ancora
bagnato, ero uscito dal bagno e mi ero vestito
lei mi implorava di rimanere tenendosi
un asciugamanno bianco sulla coscia ferita.
Avevo ancora il cazzo duro. Non ero
venuto e avevo deciso di farla finita con quella pazza.
Con tutto quel ciondolare disperato.
Devo averle gridato parecchie oscenità poi ero uscito.
E mi ero avviato verso il portone.
Ma non era ancora finita.
Anzi questa era solo la fine del primo
giorno e l'inizio della notte.
Mi ero frugato in tasca e avevo visto
che avevo circa dieci euro tra monete e carta.
E mentre uscivo ero stato investito da
un gruppo di ragazzi che mi avevano chiesto
“ vieni dall' after? Sai dov'è?”
Avevo lasciato la shop a casa ma non
avevo sonno e....
NOttE
Ci sono momenti nella vita in cui le
persone assennate prendono decisioni avventate e persone avventate
prendono decisioni assennate. Io sapevo di avere lasciato nel
cassetto di casa mia un grammo di eroina. Sarei dovuto andare a casa
a farmi e dormire e il giorno dopo svegliarmi e ricominciare a
pensare come procurarmi il denaro x drogarmi ancora e dimenticare la
mi ex pseudo mogliettina.
Avrei dovuto comportarmi da bravo
tossico assennato.
Ma il caso volle che nel gruppo di
ragazzi che entravano c'era un tizio, lo pseudo cuginetto del mio
pseudo amico gonzo che ubriaco fradicio mi aveva detto
“c'è un after della madonna: figa ,
e da bere”
Mentre attraversavo il cortile
seguendolo avevo visto la rossa con tutte le finestre spalancate nuda
come un verme che mi guardava con i suoi occhi verdi fuori dalle
orbite dalla vetrata con il suo formaggio al pepe in mano
“Fanculo “avevo pensato
era credo la settimana della moda e si
era vicini a pasqua.
Avevo preso una decisione avventata.
Non mi sentivo ne meglio ne peggio di prima.
Ma la curiosità uccise il gatto dice
il proverbio e io quella sera ero sicuramente un gatto spelacchiato e
curioso che seguiva odori e sapori da tempo dimenticati.
Erano gli odori e i sapori del caos,
del 23, Il numero del caos.
Di quando entravamo all'area 51 e la
musica andava a 180 bpm e noi ingollavamo una pastiglia verde e ci
amavamo tutti e c'erano ancora il bollito e michelle e pensavamo che
la rivoluzione tecno avrebbe cambiato il mondo. Ma questa è una
altra storia, di altre notti e altri giorni.
E se le muse mi continueranno ad
assistere prima o poi la racconterò.
cmq
La casa in cui entrammo era una casa
bellissima da ricchi con mobili neri e bianchi, roba d'architetti.
Sul buffet c'era spumante di classe fragole tartine e un dj suonava
musica a 140 bpm per una cinquantina di persone.
Anche i tizi cui mi ero accodato erano
degli imboscati, che avevano sentito di sto after in chissà quale
locale, sfigati assetati di figa che non potevano permettersi e che
la settimana della moda aveva eccitato come cani all'usta della volpe
in una tenuta di campagna inglese malandata.
Il padrone di casa era un tizio che
puzzava di Lusso, pelato vestito minimal che ci aveva squadrato e
accolto senza problemi apparenti ma dietro quegli occhi simil putin
aveva già inquarato l'allegra brigata di sfigati alla caccia di
modelle che eravamo.
Eh si, è proprio la settimana della
moda mi ero detto mentre mi versavo da bere e mi mangiavo una tartina
con salmone
“e io manco lo sapevo cazzo porco ma
dove ho vissuto negli ultimi sei mesi?”
e per la prima volta avevo assaporato
il rancore vero che provavo x la mia ex pseudo mogliettina.
Morale della favola, le modelle c'erano
veramente
una decina di fighe spaziali belle
fatte e poi una decina di over cinquanta vestiti con 500 auri di roba
minimal addosso che si strusciavano addosso alle modelle....
e giravano queste bottigliette d'acqua
che avevano attirato la mia attenzione da tossico...
E' come un sesto senso, forse come le
tenevano, a chi le porgevano.
È un dono e una maledizione il sesto
senso del tossico.
Forse anche qualche pupilla non parlava
solo di alcool e le mascelle non solo di cocaina...cmq avevo notato
quei tre o quattro vecchi minimal e le loro bottigliette
Poi c'erano una quarantina di imbucati
di contorno, chi arrapato chi a disagio chi si abbuffava di cibo
pregiato a buon mercato per lui e si lustrava gli occhi per quella
modella che si strusciava su uno dei tizi in minimal e bottiglietta.
Notai che queste venivano scambiate
parsimoniosamente tra i capoccia della casa e offerte abbondantemente
alle modelle.
MDMA? GHB? Chi lo sa, ma i
comportamenti erano piuttosto lascivi. Le modelle erano discinte e
disinibite sopra la media nazionale ucraina.
E, poi disorientato c'ero io che non
ero neanche venuto, circa un ora prima, anzi avevo rischiato di
lasciarci il mio amato cazettino:
Avevo optato per un abbondante
bicchiere di wodka con una fragola e un dito di champagne e il
divano.
E dopo un po' ero tutto fatto, la gente
mi ballava intorno e l'eroina che avevo ancora in corpo dal
pomeriggio mi dava un piacevole torpore. Peccato averla lasciata a
casa per non finirla se no mi sarei ficcato in bagno a farmi una
stagnola
Lo pseudo cugino del gonzo gongolava
mangiando fragole. Era ingrassato dall'ultima volta che lo avevo
visto
“ hai visto quella? che figa”
mi aveva sbiascicato all'orecchio
accennando a una modella che si strusciava su uno dei vecchietti con
le bottigliette
“ ma chi cazzo sono questi?” avevo
chiesto
“ cazzo ne so, a me hanno detto che è
uno di radio popolare”
“ mi sembra strano, ma ormai non so
più giudicare questo mondo”
“ ma chi cazzo se ne frega? la figa
c'è..... stasera voglio scopare”
“ Mettiti due goldoni, così stai
sano e vieni dopo due ore”
“ mai messo un goldone in vita mia”
“ricordamelo quando te lo sto per
mettere in culo” e, ah... lavati i denti che hai un alito da
uccidere un bufalo indiano”
“e tu sei fatto come un babbuino”
“eh già” avevo sghignazzato,
“comodo sto divano”
la musica era la classica musica a
ritmo lento Da “in tha house” e le ragazze apparivano sempre più
su di giri; erano cominciate a spuntare delle lingue e delle mani sui
culi e gli abusivi cominciavano ad essere sempre più emarginati. Ma
io mi ero già autoemarginato da un pezzo.
Chissà dove era madame, la mia ex
mogliettina.
Avevo visto nitidamente lei che stava
sotto di lui e venivano insieme poi gli leccava l'orecchio. Poi la
morte sul balcone dove un paio di modelle slinguavano tra loro.
Quelle bottigliette. Gli abusivi tutti
avevano i cazzettini duri sotto i loro jeans del fiordaliso:
Dietro il fiordaliso domani: acquistare
la robba.
Gli abusivi sempre più ai margini, ai
lati del buffet sui balconi un paio di vecchi con le mani sotto il
pull over di quella modella bionda con una pupilla diversa dall'altra
e la musica ipnottica, una visione panottica delle tette. Il dj non
era male, era un mezzo sangue. Haiti il vodoo. Altra fragola e
champagne. Detto tra noi eroina e champagne non mi era mai successo.
Poi devo essermi appisolato, una decina
di minuti, un ora forse perchè quando ero ritornato alla realtà un
bel po di gente ( gli imboscati) era scomparsa e un paio di coppie
modella - vecchio stava limonando duro a fianco a me e in cinemascope
la faccia del padrone di casa che mi guardava sorridendo, come un
papà benevolo offrendomi la sua bottiglietta d'acqua.
Avevo l'arsura in bocca e avevo tirato
una bella sorsata
mentre lui sorridente ma deciso, come
un padre incestuoso mi aveva detto:
“ adesso ora di andare”
“oh si si”
l'acqua aveva uno strano sapore.
C'era qualcosa che avevo notato
sull'acqua in un after pieno di alcool qualche minuto o eone prima?
ma cosa? Un vecchiaccio stava mettendo
le mani nella patta di una figa spaziale, con capelli rosso ramato
In un battibaleno mi ero trovato sul
pianerottolo e sghignazzando avevo pensato
“Qui sta iniziando una bella orgetta”
e poi
“mi hanno drogato.... cristo”
sentivo il sapore dell'Mdma in bocca
Uscendo nel cortile avevo girato la
testa verso il loft di Elena Troubelzkoy era tutto acceso e nessuna
tenda e lei era ancora dove l'avevo lasciata, nuda come un verme
disgustoso e i suoi occhi verdi, belli quanto fuori dalle orbite,
puntati addosso alla mia brutta persona.
Era corsa ad aprirmi e una non so quale
forza mi aveva spinto ad entrare
le avevo raccontato in breve ciò che
mi era accaduto ma lei non era della partita, era nel “pianeta
paranoid”: i vicini di casa aleggiavano nella casa come l'odore di
una scoreggia di quelle più pesanti dell'aria che ristagngnano, sul
pavimento del sangue residuato della bella esperienza nella doccia.
Aveva bevuto quel cazzo di vermuth che
stava la sopra la mensola mi aveva baciato; avevo avuto un conato di
vomito poi lei aveva biascicato “ scopiamo”
“no veramente, devo andare a casa”
iniziavo ad avere bisogno di eroina e non volevo svegliarmi in
scoppia la mattina dopo in quella casa dal frigo vuoto di fianco a
una donna che non amavo.
ero andato alla porta mentre lei
diceva di nuovo
“ scopami “
lo giuro, lo disse tre volte come
pietro prima che il gallo canti anche se in quel momento ero la cosa
meno appetitosa sulla faccia della terra. Ero brutto preoccupato,
avevo la sensaione che a breve non sarei stato lucido e quel sapore
di chimico in bocca.
“dai vado ci vediamo domani”
“scopami”
feci per uscire: la porta era chiusa,
“nooo” avevo pensato
“apri”
“no”
“porco dio apri, devo andare a casa”
“no”
“per favore “avevo provato a
blandirla “devo andare a farmi”
“sei un drogato”
“guarda un po' adedesso te ne
aggorgi, a sto punto...apri cazzo”
“resta con me” e aveva provato a
toccarmi il pacco
“apri cristo dio porco e la madonna
puttana e tutti gli angeli in colonna...”
aveva gli occchi come mars attack...
“no”
allora ero impazzito e come una furia
avevo afferrato il suo prezioso mac del cazzo e lo avevo messo fuori
dalla finestra
“apri” avevo detto gelido e allora,
come sempre succede in questa schifosa società quando colpisci
direttamente al portafoglio lei era andata a prendere le chiavi che
aveva nascosto nel frigorifero
“che assurdità” avevo pensato ma,
nel contempo mi ero anche detto,
“se le avessi cercate non le avrei
trovate”
e aveva aperto guardandomi strano
“sei proprio uno stronzo”
“mi dispiace, hai ragione. “
Ma ero troppo preoccupato dal fatto che
sentivo la droga che cominciava impadronirsi di me:
io, io che avevo passato un quarto
della mia vita ad assumere sostanze ora mi sentivo stuprato.
Quei russi di radio popolare o chi per
loro, gli alieni o chi per loro mi avevano immesso droga a mia
insaputa nel corpo:
DOVEVO ANDARE A CASA MIA CRISTO SANTO
SECONDO GIORNO (mattina)
Quando misi i piedi fuori da quel
maledetto portone era....
quel momento che non è ancora giorno
ma non è più notte quei dieci minuti prima dell'alba quando il
cielo assume una vaga sfumatura di luce. Quell'ora in cui le persone
normali dormono.
Ne avevo viste parecchie di quelle luci
ma questa volta non ero della partita cinque km in linea d'aria mi
dividevano dalla salvezza e dalla mia amata eroina, “calma,
disciplina e senso dell'umorismo” mi ero detto
E la testa mi stava diventando leggera
mentre camminavo verso il ponte di via Tortona che raggiunge Porta
Genova e la stazione della metro che mi avrebbe dovuto ricondurre ai
miei lidi, laggiù, al Gratosoglio.
Le strade erano reduci da una nottata
di baldoria, scritte pubblicitarie fatte con lo spray sui marciapiedi
diventavano sempre più fluorescenti. E sentivo un calore strano
E la luce fu.
Il sole cominciò a salire illuminando
quello sfacelo, illuminando zona tortona come una donna stuprata che
conserva tutta la sua dignita barcollando verso il pronto soccorso a
farsi fare il kit stupro....
dovevo assolutamente cogliere
quell'attimo: avevo preso il mio cellulare e con l'unico brandello di
lucidità rimastomi avevo messo l'opzione video della macchina
fotografica.
La scritta arancione con scritto
qualcosa in arancione lampeggiava
dovevo documentare ASSOLUTAMENTE questo
momento
i paletti gialli avevano una forma
perfetta ad u rovesciata
e la luce sembrava emanare un profumo
intenso di fiori freschi: ero vivo ed
ero felice
“dannato di un russo di radio
popolare” avevo pensato poi era stato il BLACK OUT
SECONDO GIORNO ( primo Pomeriggio)
A mente lucida, per quanto possa essere
lucida la mia mente, dopo parecchio tempo e indagini psicologiche e
psicanalitiche psichiatriche e reali ho capito che molto
probabilmente quella che mi avevano fatto bere, chissà perchè, era
una qualche droga dello stupro tipo mdma, ghb, roipnol perchè da
quel momento il primo ricordo coerente che ho è di qualche ora dopo
a casa mia all'amato Gratosott'olio.
Sono alla mia scrivania, con la faccia
schiacciata su una stagnola di eroina e in casa c'è un mio amico,
Luca, che sta cucinando una pasta al ragù.
La prima cosa che mi chiedo è “ come
mai sto drogandomi di fianco ad un mio amico che non dovrebbe sapere
che mi drogo? e che anche se lo sa non mi avrebbe permesso di farlo
davanti a lui?”
Ha una faccia strana, tra l'ironico e
il preoccupato
“Ma che cazzo ti è successo
stanotte?”
bella domanda:
“Bella domanda”
A posteriori ho cercato di ricostruire
le sei sette ore di buio che mi dividono da via tortona a quella
pasta al ragù.
Ma non avevo testimoni ne ero finito al
pronto soccorso ne ho dedotto che il mio istinto di drogato abbia
inserito il pilota automatico e che, come in trance, abbia preso i
tre mezzi che mi dividevano da casa e dall'eroina; che una volta
arrivato a casa probabilmente avrò cercato di fumare e mi sarò
addormentato, dopo di che, Luca, come spesso accadeva la domenica mi
avrà citofonato e trovatomi in quello stato non si sarà fatto
troppe domande e avrà deciso di darmi una mano invece di farmi
subito la paternale
Di una cosa sono sicuro:
qualche giorno dopo ho trovato degli
indizi nei file della telecamera del mio cellulare:
tre video della durata di circa dieci
minuti l'uno.
Video in cui una persona ciondolante
riprende tre diversi punti di vista di via savona
sbiascicando cose strane con una voce
simile alla mia, ma avrebbe potuto essere anche satana.
Gente passa a fianco e chiede a costui
se sta bene, gente passa e non dice niente, gente mi viene incontro
guardandomi in maniera preoccupata o ironica o divertita, poi ancora
preoccupata
qualcuno domanda qualcosa, altri dicono
cattive parole,
chi riprende risponde cose incoerenti
parla di satana, di dio della morte, della luce
non li ho più quei video,
credo che la vergogna mi spinse a
cancellarli o più probabilmente sono rimasti in qualche memoria da
qualche parte e quando morirò , se qualcuno sarà così curioso di
frugare nel caos che fu la mia vita li troverà...
continua....
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