venerdì 5 aprile 2019

una storia verosimile

Primo giorno

La mia pseudo mogliettina mi aveva lasciato da circa sei mesi quando la ex mogliettina del tipo con cui lei si era messa mi aveva chiamato x sedurmi e attuare una vendetta incrociata verso i nostri odiati ex pseudo maritini...tutto chiaro?.
Ma non era andata come aveva previsto ne come avevo previsto io: non deve essergli piaciuto il mio odore perchè dopo un paio di incontri inconcludenti e un paio di bacetti senza lingua mi aveva scaricato una notte nelle grinfie di una sua conoscente con bellissimi lunghi capelli rossi, gli occhi ipertiroidei e un corpo da quarantenne non troppo apprezzabile ma neanche orrendo.
A lei il mio odore era piaciuto anche troppo e la notte stessa in cui quell'altra mi aveva abbandonato insieme a lei di fronte a casa sua in via Standhal eravamo finiti a letto; e per me era iniziata una nuova storiella d'amore sesso e rock n roll.
Peccato che io fossi ancora troppo innamorato della mia ex mogliettina e lei pazza come un cavallo in generale: era ricca, figlia dei discendenti dei conti Troubelzkoy i famosi conti russi ambasciatori in Italia sfuggiti alle persecuzioni dei bolsevichi ai tempi della rivoluzione. Faceva bellissime fotografie e apprezzava le mie poesie ma nel contempo era disturbata e disturbante.
Quale era la sua fissa? : pensava che i suoi vicini la spiassero.
Viveva in questo splendido loft in via Standhal con una grande vetrata che affacciava sul cortile interno dello stabile e a tende aperte girava nuda rimuginando sui suoi vicini che la spiavano e la odiavano, boicottavano. Forse, mi venne da pensare, aveva avuto una storia col marito di quella coppia con figli di estrazione borghese, comunque, stava sempre la col culo al vento, la pancia cascante e quel cespuglio di venere rosso come i capelli a mangiare formaggini con l'aneto aspettando che qualcuno fuori la vedesse.
Però scopavamo spesso e non era neanche poi così male.
A volte.
Ma era troppo presto, per una nuova relazione e per di più io mi facevo di eroina come un coglione:
la mia vita era divisa tra il mondo di queste persone ricche e disagiate e quello delle tarantelle per procurarmi la droga e il lavoro al call center
Bugie, soldi, andare a comprare la droga con i miei compagni di merende
sempre con in testa la mia ex pseudo mogliettina e la speranza che venisse a salvarmi.

A quel tempo il mio alter ego era ancora Tony Miami e fumavo ancora stagnole di eroina; andavamo ad acquistare insieme io e Yacopo Ortles il mio compagno di merende preferito.
Andavamo da Rudi, il Diabolik dello spaccio, laggiù, nelle strade di campagna dietro il Fiordaliso a sud di Milano, a sud di tutto.
Tu chiamavi e dicevi la quantità di roba e coca e le buste in cui suddividerle e poi andavi in macchina e lui di nero vestito sgusciava fuori da una roggia con le buste pronte.
E Via... andavamo a casa di Gio' il poeta pazzo e pesavamo tutto e verificavamo che non ci avesse truffato. Non ha mai sgarrato di uno zero uno, guadagnava di più sul fatto che saremmo tornati.
Per sempre, di solito eravamo sempre ya, gio Ivan ed io e poi c'era sempre qualche biru biru di giornata qualche amico di un amico che non aveva trovato il suo negro e lo fregavamo sempre.
Cucinavamo la coca e fumavamo eroina e ricordo che non bastava mai e finiva sempre troppo presto.
La casa di giò era la tipica casa da tossico dove il caos era ormai arrivato ad un livello troppo alto per potervi rimediare e, tra mucchi di vestiti e padelle sporche e stagnole ci aggiravamo come topi cercando le tre cose che ci servivano:
stagnola accendino bottiglietta per il crack.
Sarebbe venuto anche il momento, più avanti, che mi sarei frugato le vene in quel disastro e che la mia stessa casa sarà un identico caos.... ma questa è un altra storia che ancora non mi sento di raccontare.

Litigavamo per due euro e gli accendini sempre scarichi poi scappavo da quell'inferno accogliente e andavo a casa o da la mia nuova fiamma: la contessa troubelzkoy.
Andavamo in vita, a scopare a bere a litigare a fare fotografie.
A volte avevamo passato anche belle serate baciandoci divertendoci, facendo arte di strada fotografie facendo di noi stessi opere d'arte, scarabocchi di vita sulla tela di Milano. Sembravamo anche poesie a volte ma dietro l'angolo c'era la sua paranoia e la mia tossicodipendenza.
Le nostre infelicità croniche, Ed erano litigi.

Quella sera dopo la sopradescritta tarantella ero andato a casa sua e avevamo Scopato e lei aveva iniziato con la solita tiritera per i suoi vicini ed era andato nuda a mangiare in cucina il suo formaggio con le erbe e io mi ero rimesso le mutande e stavamo li a ciondolare.
Saranno state le due di notte e lei, non contenta aveva reiniziato a stuzzicarmi toccandomi e sbaciucchiandomi ecc ecc mi aveva portato verso la doccia e mentre la penetravo si era messa a gridare come un ossessa.
Nota bene il bagno confinava con la casa dei vicini, quelli al centro della sua pazzia.
Io tutto fatto e arrapato sghignazzavo mentalmente e per fare della malsana ironia le avevo soffiato all'orecchio come un demone dispettoso
“ ci credo che poi i tuoi vicini pensano male di te”

Non lo avessi mai fatto.
Mi aveva espulso dalla vagina come una supposta dal culo e mi aveva guardato con i suoi occhi ipertiroidei fuori dalle orbite e, facendo un urlo orribile aveva sbattuto la porta della doccia con una violenza inaudita.
La porta dato che si era in casa di ricchi era di vetro e di era frantumata.
Avevo guardato orripilato schegghe di vetro lunghe una spanna cadere come una ghigliottina a un centimetro dal mio cazzettino turgido e affamato.
Questione di centimetri e sarei stato evirato alla grande. Lei si era lievemente ferita ai piedi e il sangue colava nella doccia
sangue vetro e rabbia tutti insieme nel gorgo dello scolo,
Devo averle dato un ceffone poi, ancora bagnato, ero uscito dal bagno e mi ero vestito
lei mi implorava di rimanere tenendosi un asciugamanno bianco sulla coscia ferita.
Avevo ancora il cazzo duro. Non ero venuto e avevo deciso di farla finita con quella pazza.
Con tutto quel ciondolare disperato. Devo averle gridato parecchie oscenità poi ero uscito.
E mi ero avviato verso il portone.
Ma non era ancora finita.

Anzi questa era solo la fine del primo giorno e l'inizio della notte.
Mi ero frugato in tasca e avevo visto che avevo circa dieci euro tra monete e carta.
E mentre uscivo ero stato investito da un gruppo di ragazzi che mi avevano chiesto
“ vieni dall' after? Sai dov'è?”
Avevo lasciato la shop a casa ma non avevo sonno e....

NOttE

Ci sono momenti nella vita in cui le persone assennate prendono decisioni avventate e persone avventate prendono decisioni assennate. Io sapevo di avere lasciato nel cassetto di casa mia un grammo di eroina. Sarei dovuto andare a casa a farmi e dormire e il giorno dopo svegliarmi e ricominciare a pensare come procurarmi il denaro x drogarmi ancora e dimenticare la mi ex pseudo mogliettina.
Avrei dovuto comportarmi da bravo tossico assennato.
Ma il caso volle che nel gruppo di ragazzi che entravano c'era un tizio, lo pseudo cuginetto del mio pseudo amico gonzo che ubriaco fradicio mi aveva detto
“c'è un after della madonna: figa , e da bere”
Mentre attraversavo il cortile seguendolo avevo visto la rossa con tutte le finestre spalancate nuda come un verme che mi guardava con i suoi occhi verdi fuori dalle orbite dalla vetrata con il suo formaggio al pepe in mano
“Fanculo “avevo pensato
era credo la settimana della moda e si era vicini a pasqua.
Avevo preso una decisione avventata. Non mi sentivo ne meglio ne peggio di prima.
Ma la curiosità uccise il gatto dice il proverbio e io quella sera ero sicuramente un gatto spelacchiato e curioso che seguiva odori e sapori da tempo dimenticati.

Erano gli odori e i sapori del caos, del 23, Il numero del caos.
Di quando entravamo all'area 51 e la musica andava a 180 bpm e noi ingollavamo una pastiglia verde e ci amavamo tutti e c'erano ancora il bollito e michelle e pensavamo che la rivoluzione tecno avrebbe cambiato il mondo. Ma questa è una altra storia, di altre notti e altri giorni.
E se le muse mi continueranno ad assistere prima o poi la racconterò.

cmq

La casa in cui entrammo era una casa bellissima da ricchi con mobili neri e bianchi, roba d'architetti. Sul buffet c'era spumante di classe fragole tartine e un dj suonava musica a 140 bpm per una cinquantina di persone.
Anche i tizi cui mi ero accodato erano degli imboscati, che avevano sentito di sto after in chissà quale locale, sfigati assetati di figa che non potevano permettersi e che la settimana della moda aveva eccitato come cani all'usta della volpe in una tenuta di campagna inglese malandata.
Il padrone di casa era un tizio che puzzava di Lusso, pelato vestito minimal che ci aveva squadrato e accolto senza problemi apparenti ma dietro quegli occhi simil putin aveva già inquarato l'allegra brigata di sfigati alla caccia di modelle che eravamo.
Eh si, è proprio la settimana della moda mi ero detto mentre mi versavo da bere e mi mangiavo una tartina con salmone
“e io manco lo sapevo cazzo porco ma dove ho vissuto negli ultimi sei mesi?”
e per la prima volta avevo assaporato il rancore vero che provavo x la mia ex pseudo mogliettina.
Morale della favola, le modelle c'erano veramente
una decina di fighe spaziali belle fatte e poi una decina di over cinquanta vestiti con 500 auri di roba minimal addosso che si strusciavano addosso alle modelle....
e giravano queste bottigliette d'acqua che avevano attirato la mia attenzione da tossico...
E' come un sesto senso, forse come le tenevano, a chi le porgevano.
È un dono e una maledizione il sesto senso del tossico.
Forse anche qualche pupilla non parlava solo di alcool e le mascelle non solo di cocaina...cmq avevo notato quei tre o quattro vecchi minimal e le loro bottigliette
Poi c'erano una quarantina di imbucati di contorno, chi arrapato chi a disagio chi si abbuffava di cibo pregiato a buon mercato per lui e si lustrava gli occhi per quella modella che si strusciava su uno dei tizi in minimal e bottiglietta.
Notai che queste venivano scambiate parsimoniosamente tra i capoccia della casa e offerte abbondantemente alle modelle.
MDMA? GHB? Chi lo sa, ma i comportamenti erano piuttosto lascivi. Le modelle erano discinte e disinibite sopra la media nazionale ucraina.
E, poi disorientato c'ero io che non ero neanche venuto, circa un ora prima, anzi avevo rischiato di lasciarci il mio amato cazettino:
Avevo optato per un abbondante bicchiere di wodka con una fragola e un dito di champagne e il divano.
E dopo un po' ero tutto fatto, la gente mi ballava intorno e l'eroina che avevo ancora in corpo dal pomeriggio mi dava un piacevole torpore. Peccato averla lasciata a casa per non finirla se no mi sarei ficcato in bagno a farmi una stagnola
Lo pseudo cugino del gonzo gongolava mangiando fragole. Era ingrassato dall'ultima volta che lo avevo visto

“ hai visto quella? che figa”
mi aveva sbiascicato all'orecchio accennando a una modella che si strusciava su uno dei vecchietti con le bottigliette
“ ma chi cazzo sono questi?” avevo chiesto
“ cazzo ne so, a me hanno detto che è uno di radio popolare”
“ mi sembra strano, ma ormai non so più giudicare questo mondo”
“ ma chi cazzo se ne frega? la figa c'è..... stasera voglio scopare”
“ Mettiti due goldoni, così stai sano e vieni dopo due ore”
“ mai messo un goldone in vita mia”
“ricordamelo quando te lo sto per mettere in culo” e, ah... lavati i denti che hai un alito da uccidere un bufalo indiano”
“e tu sei fatto come un babbuino”
“eh già” avevo sghignazzato, “comodo sto divano”
la musica era la classica musica a ritmo lento Da “in tha house” e le ragazze apparivano sempre più su di giri; erano cominciate a spuntare delle lingue e delle mani sui culi e gli abusivi cominciavano ad essere sempre più emarginati. Ma io mi ero già autoemarginato da un pezzo.
Chissà dove era madame, la mia ex mogliettina.
Avevo visto nitidamente lei che stava sotto di lui e venivano insieme poi gli leccava l'orecchio. Poi la morte sul balcone dove un paio di modelle slinguavano tra loro.
Quelle bottigliette. Gli abusivi tutti avevano i cazzettini duri sotto i loro jeans del fiordaliso:
Dietro il fiordaliso domani: acquistare la robba.
Gli abusivi sempre più ai margini, ai lati del buffet sui balconi un paio di vecchi con le mani sotto il pull over di quella modella bionda con una pupilla diversa dall'altra e la musica ipnottica, una visione panottica delle tette. Il dj non era male, era un mezzo sangue. Haiti il vodoo. Altra fragola e champagne. Detto tra noi eroina e champagne non mi era mai successo.
Poi devo essermi appisolato, una decina di minuti, un ora forse perchè quando ero ritornato alla realtà un bel po di gente ( gli imboscati) era scomparsa e un paio di coppie modella - vecchio stava limonando duro a fianco a me e in cinemascope la faccia del padrone di casa che mi guardava sorridendo, come un papà benevolo offrendomi la sua bottiglietta d'acqua.
Avevo l'arsura in bocca e avevo tirato una bella sorsata
mentre lui sorridente ma deciso, come un padre incestuoso mi aveva detto:
“ adesso ora di andare”
“oh si si”
l'acqua aveva uno strano sapore.
C'era qualcosa che avevo notato sull'acqua in un after pieno di alcool qualche minuto o eone prima?
ma cosa? Un vecchiaccio stava mettendo le mani nella patta di una figa spaziale, con capelli rosso ramato
In un battibaleno mi ero trovato sul pianerottolo e sghignazzando avevo pensato
“Qui sta iniziando una bella orgetta” e poi
“mi hanno drogato.... cristo”
sentivo il sapore dell'Mdma in bocca

Uscendo nel cortile avevo girato la testa verso il loft di Elena Troubelzkoy era tutto acceso e nessuna tenda e lei era ancora dove l'avevo lasciata, nuda come un verme disgustoso e i suoi occhi verdi, belli quanto fuori dalle orbite, puntati addosso alla mia brutta persona.
Era corsa ad aprirmi e una non so quale forza mi aveva spinto ad entrare
le avevo raccontato in breve ciò che mi era accaduto ma lei non era della partita, era nel “pianeta paranoid”: i vicini di casa aleggiavano nella casa come l'odore di una scoreggia di quelle più pesanti dell'aria che ristagngnano, sul pavimento del sangue residuato della bella esperienza nella doccia.
Aveva bevuto quel cazzo di vermuth che stava la sopra la mensola mi aveva baciato; avevo avuto un conato di vomito poi lei aveva biascicato “ scopiamo”
“no veramente, devo andare a casa” iniziavo ad avere bisogno di eroina e non volevo svegliarmi in scoppia la mattina dopo in quella casa dal frigo vuoto di fianco a una donna che non amavo.
ero andato alla porta mentre lei diceva di nuovo
“ scopami “
lo giuro, lo disse tre volte come pietro prima che il gallo canti anche se in quel momento ero la cosa meno appetitosa sulla faccia della terra. Ero brutto preoccupato, avevo la sensaione che a breve non sarei stato lucido e quel sapore di chimico in bocca.
“dai vado ci vediamo domani”
“scopami”
feci per uscire: la porta era chiusa, “nooo” avevo pensato
“apri”
“no”
“porco dio apri, devo andare a casa”
“no”
“per favore “avevo provato a blandirla “devo andare a farmi”
“sei un drogato”
“guarda un po' adedesso te ne aggorgi, a sto punto...apri cazzo”
“resta con me” e aveva provato a toccarmi il pacco
“apri cristo dio porco e la madonna puttana e tutti gli angeli in colonna...”
aveva gli occchi come mars attack...
“no”
allora ero impazzito e come una furia avevo afferrato il suo prezioso mac del cazzo e lo avevo messo fuori dalla finestra
“apri” avevo detto gelido e allora, come sempre succede in questa schifosa società quando colpisci direttamente al portafoglio lei era andata a prendere le chiavi che aveva nascosto nel frigorifero
“che assurdità” avevo pensato ma, nel contempo mi ero anche detto,
“se le avessi cercate non le avrei trovate”
e aveva aperto guardandomi strano
“sei proprio uno stronzo”
“mi dispiace, hai ragione. “
Ma ero troppo preoccupato dal fatto che sentivo la droga che cominciava impadronirsi di me:
io, io che avevo passato un quarto della mia vita ad assumere sostanze ora mi sentivo stuprato.
Quei russi di radio popolare o chi per loro, gli alieni o chi per loro mi avevano immesso droga a mia insaputa nel corpo:
DOVEVO ANDARE A CASA MIA CRISTO SANTO

SECONDO GIORNO (mattina)

Quando misi i piedi fuori da quel maledetto portone era....
quel momento che non è ancora giorno ma non è più notte quei dieci minuti prima dell'alba quando il cielo assume una vaga sfumatura di luce. Quell'ora in cui le persone normali dormono.
Ne avevo viste parecchie di quelle luci ma questa volta non ero della partita cinque km in linea d'aria mi dividevano dalla salvezza e dalla mia amata eroina, “calma, disciplina e senso dell'umorismo” mi ero detto
E la testa mi stava diventando leggera mentre camminavo verso il ponte di via Tortona che raggiunge Porta Genova e la stazione della metro che mi avrebbe dovuto ricondurre ai miei lidi, laggiù, al Gratosoglio.
Le strade erano reduci da una nottata di baldoria, scritte pubblicitarie fatte con lo spray sui marciapiedi diventavano sempre più fluorescenti. E sentivo un calore strano
E la luce fu.
Il sole cominciò a salire illuminando quello sfacelo, illuminando zona tortona come una donna stuprata che conserva tutta la sua dignita barcollando verso il pronto soccorso a farsi fare il kit stupro....
dovevo assolutamente cogliere quell'attimo: avevo preso il mio cellulare e con l'unico brandello di lucidità rimastomi avevo messo l'opzione video della macchina fotografica.
La scritta arancione con scritto qualcosa in arancione lampeggiava
dovevo documentare ASSOLUTAMENTE questo momento
i paletti gialli avevano una forma perfetta ad u rovesciata
e la luce sembrava emanare un profumo
intenso di fiori freschi: ero vivo ed ero felice
“dannato di un russo di radio popolare” avevo pensato poi era stato il BLACK OUT

SECONDO GIORNO ( primo Pomeriggio)

A mente lucida, per quanto possa essere lucida la mia mente, dopo parecchio tempo e indagini psicologiche e psicanalitiche psichiatriche e reali ho capito che molto probabilmente quella che mi avevano fatto bere, chissà perchè, era una qualche droga dello stupro tipo mdma, ghb, roipnol perchè da quel momento il primo ricordo coerente che ho è di qualche ora dopo a casa mia all'amato Gratosott'olio.
Sono alla mia scrivania, con la faccia schiacciata su una stagnola di eroina e in casa c'è un mio amico, Luca, che sta cucinando una pasta al ragù.
La prima cosa che mi chiedo è “ come mai sto drogandomi di fianco ad un mio amico che non dovrebbe sapere che mi drogo? e che anche se lo sa non mi avrebbe permesso di farlo davanti a lui?”
Ha una faccia strana, tra l'ironico e il preoccupato
“Ma che cazzo ti è successo stanotte?”
bella domanda:
“Bella domanda”

A posteriori ho cercato di ricostruire le sei sette ore di buio che mi dividono da via tortona a quella pasta al ragù.
Ma non avevo testimoni ne ero finito al pronto soccorso ne ho dedotto che il mio istinto di drogato abbia inserito il pilota automatico e che, come in trance, abbia preso i tre mezzi che mi dividevano da casa e dall'eroina; che una volta arrivato a casa probabilmente avrò cercato di fumare e mi sarò addormentato, dopo di che, Luca, come spesso accadeva la domenica mi avrà citofonato e trovatomi in quello stato non si sarà fatto troppe domande e avrà deciso di darmi una mano invece di farmi subito la paternale
Di una cosa sono sicuro:
qualche giorno dopo ho trovato degli indizi nei file della telecamera del mio cellulare:
tre video della durata di circa dieci minuti l'uno.
Video in cui una persona ciondolante riprende tre diversi punti di vista di via savona
sbiascicando cose strane con una voce simile alla mia, ma avrebbe potuto essere anche satana.
Gente passa a fianco e chiede a costui se sta bene, gente passa e non dice niente, gente mi viene incontro guardandomi in maniera preoccupata o ironica o divertita, poi ancora preoccupata
qualcuno domanda qualcosa, altri dicono cattive parole,
chi riprende risponde cose incoerenti parla di satana, di dio della morte, della luce
non li ho più quei video,
credo che la vergogna mi spinse a cancellarli o più probabilmente sono rimasti in qualche memoria da qualche parte e quando morirò , se qualcuno sarà così curioso di frugare nel caos che fu la mia vita li troverà...

 continua....

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